Se hanno imparato a fare il vino, siamo fregati…

Lanzhou
04/06/2000

Primo: far sentire a Peter (dei meccanici in assoluto quello che ne capisce di più) che origine potevano avere i rumoracci di ieri. “Ahi ahi, semiasse da buttare”, sentenzia. C’è l’ultimo di riserva, quello da sostituire ha tutte le sfere fuori posto, altri due chilometri e ci piantava in asso. E dire che ieri ci abbiamo camminato così dalla partenza all’arrivo, oltre 600 chilometri. Sostituito il semiasse, si va in periferia, all’officina della Toyota: bisogna saldare un grosso squarcio nella carrozzeria letteralmente strappato via dal supporto della balestra posteriore. Ecco perché Vagabunda camminava di sguincio, lamentandosi. Si sceglie un bel pezzo d’acciaio, lo si prepara come un doppio scalino, si riempie di buchi, si saldano, si rimonta la balestra. Cinque ore di lavoro, estenuante. Si torna in albergo, vediamo un po’ di metropoli, dovunque palazzi di vetro e cemento da trenta piani, appena fatti o in costruzione, grandi viali, milioni di macchine taxi minibus persone a spasso. Lanzhou dovrebbe essere una delle più grandi città della Cina, i ragazzi stanno al bar, ci sono piazze grandi come quartieri, da una parte e dall’altra montagne tagliate come a Città del Capo, in mezzo il Fiume Giallo. Niente da dire, una metropoli modernissima, grandi magazzini forniti, gente allegra, curiosa, ben vestita (almeno secondo un codice asiatico-occidentale). Con questo sviluppo, tra non molto, dovremo fare i conti: tre anni fa non era certamente così, il Legend hotel sembrava un mastodonte, adesso appare come un palazzone normale in mezzo a una sky-line di grattacieli svettanti. Pubblicità dovunque, frastuono, bus ondivaghi. Ma i cambiamenti positivi si vedono, eccome. Questa Cina sta per diventare il più grande mercato del mondo. Condizionerà tutto e tutti: qui vive, cresce, spende e produce un terzo dell’umanità. Peter ci sistema anche gli ammortizzatori: ceniamo al ristorante (“Tiffany”…) pasteggiando con una bottiglia di vino cinese, secco e freddo al punto giusto. Buono. Se hanno già imparato a fare il vino, ragazzi vuol dire proprio che siamo fregati!