Sentirsi King Kong a Huè

Hoi An - Hue
23/03/2008

Mangiamo le stesse cose a pranzo e a cena, eppure Rita passa una nottataccia. La tappa è breve e possiamo prendercela comoda verso il Passo delle Nuvole e le baie di Danang. L’hotel La Residence che ci accoglie ad Huè, l’antica capitale imperiale, è l’ex palazzo del governo francese. La bella terrazza della nostra stanza si protende verso il fiume dei Profumi e viene voglia di andare a spasso. Rita si riposa e io – rimasto solo – posso prendermi prima un motò e poi un risciò. Ecco il pennone di 37 metri con la bandiera nazionale issata come nel ’68, quando i vietcong riuscirono a prendere la città e a tenerla per tre settimane e mezzo. Ecco il recinto imperiale, ecco il palazzo dove l’imperatore sul trono riceveva i mandarini. C’è un’aurea di pace e tranquillità; eppure questi furono i luoghi più insanguinati durante l’offensiva del Tet. Furiosi bombardamenti, battaglie casa per casa, diecimila morti soprattutto fra i civili. Mi fermo con l’uomo del risciò a prendere una birra. Un bambino (come era già capitato con una casellante in mattinata) si incuriosisce per la mia peluria sul braccio e vuole toccarla. Gli asiatici in gran parte sono glabri, noi occidentali dobbiamo apparire come dei gorilla. Torno in tempo in hotel per festeggiare con Pirkko, il finlandese della comitiva che espone la bandiera del suo paese e offre da bere a tutti per la vittoria a Sepang della Ferrari di Raikkonen.

Books