Si spezza la “foglia madre”

Ashgabat
17/05/2000

Sosta benedetta, dopo l’ammazzata di ieri. Veniamo subito alle notizie sulla gara. L’equipaggio secondo in classifica nella nostra categoria, Austin Healey 3.000, ha preso 18 minuti di ritardo. Anche la numero 90, Mercedes Pagoda, ha subito 13 minuti di penalità. E questo per quanto riguarda il nostro raggruppamento. Per l’assoluto, siamo sempre al quarto posto. Ma l’attraversamento dell’Azerbaigian è stato dannoso anche per i primi in classifica, Gilles-Gilles sulla Hillman Hunter, che hanno pagato due minuti. Insomma, volendo tirare un po’ di somme al diciassettesimo giorno, diciamo che Vagabunda è quarta assoluta con mezz’ora di penalità (il primo ne ha per 17 minuti); ed è sempre prima nella categoria Classic Sport che raggruppa auto fino a 5.000 di cilindrata. Secondo nella nostra categoria è Paul Broderick, 51 minuti di ritardo. Possiamo amministrare il vantaggio e guardare lontano. L’unico guaio serio è che si stanno assottigliando i ricambi. Il tubo di scappamento faceva molto rumore perché si era rotto un supporto, ma soprattutto perché aveva ceduto la “foglia madre” della balestra, spezzandosi di netto. L’abbiamo sostituita (Stelios ha diretto i lavori). Abbiamo anche aggiustato lo spruzzo per i tergicristalli, regolato i fari e rifatto funzionare il freno a mano. A Samarcanda contiamo di sistemare per bene lo scappamento e sostituire lo spinterogeno. Il portabagagli, insomma, si sta svuotando. Quasi tutti i ricambi che ci siamo portati dietro si sono rivelati utili…Pomeriggio in giro per la città, distrutta totalmente da un terremoto nel ’48. Adesso è ordinata, foto e statue del presidente-padrone dovunque, la grandeur sovietica sostituita da quella turkmena. Finora è il paese asiatico che sta meglio, 70 litri di benzina tre dollari, strade buone, sfilata di moda durante la cena ufficiale. Siamo saliti sul monumento a forma di razzo. Cento metri di vetro e cemento per collocarci in cima la statua d’oro del solito presidente benedicente (99,99% di suffragi). Ashgabat (città dell’amore) dall’alto appare verde e ordinata. Ma in lontananza sfavilla minaccioso il deserto. Quello che ci attende domani, per 627 km. Ma Vagabunda sta bene, finora ci siamo bene amministrati.