Nei nostri cuori per sempre. Ciao Betty

08/11/2022

È morta Betty Banham. Con suo marito Peter ha costituito la più straordinaria coppia di nostri amici-assistenti-meccanici-consiglieri ogni volta che abbiamo avuto a che fare con auto d’epoca, motori e partecipazioni ai rally storici. Ho conosciuto Peter e Betty più di 25 anni fa, ai primi briefing in preparazione della Pechino-Parigi 1997. Sapevano tutto della nostra Flavia coupé “Vagabunda”. Durante il Giro del mondo in 80 giorni, alla fine di una speciale in Grecia, Betty mi chiese com’era andata. Le dissi - scherzando - che Rita aveva detto soltanto 36 volte “Mamma mia!”. Da allora, se al mattino le chiedevamo che tipo di prove dovevamo aspettarci durante la tappa, ci rispondeva “Don't worry Rita, no mamamias todays”. Nel nord del Canada finimmo fuori strada, un volo di una trentina di metri lungo una scarpata, capottamento con urto finale contro un albero. Cominciai a svuotare la macchina, convinto che il rottame sarebbe rimasto lì per sempre. Mentre Betty consolava mia moglie dolorante, Peter andò a controllare il motore. Tornò su e mi disse: “Il motore di Vagabunda non ha danni. Le carrozzerie si riparano. Giuro che vi riportiamo a Londra su questa Lancia!”. Ci riuscirono, ovviamente.

“The Banham” costituivano la maggiore garanzia dei rally di lunga durata. Se c’erano loro, tutti  sapevamo che qualsiasi problema si sarebbe risolto. Peter riusciva a lavorare su tre macchine contemporaneamente perché bastava una parola gridata avendo la testa dentro al cofano e Betty già gli portava il tubo giusto, la chiave adatta, il pezzo di ricambio che serviva all’istante. Il tutto pescato dentro un camioncino-officina in cui solo lei poteva e sapeva mettere le mani. Vennero nostri ospiti a Roma perché ci eravamo iscritti al Classic Safari Città del Capo-Malindi con la Mercedes 250 SE coupé e volevamo che fossero loro a prepararla. Ce la fecero ritrovare pronta alla partenza in Sud Africa. Io provavo a darmi un tono, a chiedere qualche spiegazione. Dissi che mi sembrava un po’ più rumorosa, “Put Maria Callas on and turn up the volume...”, consigliarono i Banham.

Betty doveva sempre trascinarlo a mangiare qualcosa, tirandolo via dai motori in attesa dei suoi interventi. E spesso vedevi una vettura con Peter steso sotto e lei accanto, in attesa che il marito riemergesse un attimo per sfamarlo al volo o costringerlo a bere un tè caldo.

Due anni fa, il prestigioso “Premio alla carriera” del mitico Royal Automobile Club inglese fu assegnato proprio a Betty e Peter Banham per il loro “eccezionale contributo alla storia e al patrimonio automobilistico britannico, nel corso di molti anni”. E alla fine di ottobre, una settimana prima della sua scomparsa, é uscito un libro (« Made in Motorsport - Peter and Betty Banham » di Dave Leadbetter) che raccontava la loro vita. Tomas de Vargas Machuca, presidente di HERO-ERA, ha dichiarato: “Da quando li abbiamo incontrati, i Banham sono sempre stati tra i personaggi più pieni di risorse nella scena dei rally classici. Sempre sorridenti, sempre disinteressati nel desiderio di aiutare i concorrenti a portare avanti il loro rally. Peter e in particolare Betty-Ann rappresentavano una razza umana rara che molti dovrebbero essere ispirati ad emulare. È difficile credere che Betty-Ann se ne sia andata, rimarrà a lungo nei nostri cuori