Il figlio di Picasso rovina la Pagoda

Dawson - Whitehorse
15/06/2000

Non vediamo l’ora di andarcene da Dawson. La città è caratteristica e conserva lo spirito di cent’anni fa, con i saloon, le strade di terra, le botteghe per i cercatori d’oro, i marciapiedi di legno. Ma quando piove e tutto si inzuppa di fango, l’augurio è tornare all’asfalto. Già, piove e la speciale di oggi è uno sterrato di 36 minuti intorno a un lago, 80 all’ora. Per fortuna il tempo migliora e possiamo affrontare la prova sul brecciolino di buona tenuta. Vagabunda tira per quel che può, con le sue 165x15 di serie già logorate. Saltiamo l’arrivo perché i marshall stanno rintanati in macchina e non c’è la bandiera a scacchi che segnala i posti di controllo. Torniamo indietro infuriati, ma ci danno il tempo dell’effettivo passaggio: un minuto di ritardo. Tutti i bravi fanno il netto. Non cambia nulla, abbiamo un’ora esatta di penalità, quarti assoluti e secondi di classe (il terribile Broderick ci ha scavalcato di otto minuti, quelli che ci hanno dato ieri). Di che lamentarsi? Vagabunda sta tenendo le posizioni, anche se adesso Claude Picasso (è il figlio) incalza a sei minuti con la Pagoda 230. Oggi però ha sbattuto contro un albero, lasciandoci mezza fiancata. Noi di guasto abbiamo solo un tergicristallo, non si riesce a ripararlo. Rita ha comprato una specie di colla, vedremo domani se sarà il caso di usarla. Si partirà alle 7,25, undici ore al volante, solito sterrato fra i laghi. Se non pioverà, saremo a ridosso dei primi, quelli che corrono come il vento (il pilota della Mustang ha confessato di aver toccato i centosessanta nella prova di ieri, quella dentro al fango!). Oggi è stata multata una delle tre Pagoda: ci aveva sorpassato a 120. Peccato che non viene applicata quella norma del regolamento che prevede penalità per chi viola le norme del codice della strada. Ma noi è meglio che non protestiamo più: con l’errore di ieri a nostro favore, ci ritroviamo 32 minuti di vantaggio in classifica. Mi raccomando, acqua in bocca! Whitehorse è il capoluogo dello Yukon, a gennaio la media delle temperature è di -18 (il record è -52). La città è nata come capolinea della ferrovia costruita nel ‘900 per superare le rapide dello Yukon e il tremendo White Pass, che decimava gli avventurieri della “corsa dell’oro”. Poi, ebbe un rilancio quando nel '42 vennero migliaia di soldati per costruire l'Alaska Highway nel tempo record di otto mesi e 23 giorni (2500 chilometri). E’ la strada che abbiamo percorso anche noi, molte curve perché gli americani temevano un’invasione dei giapponesi e non volevano costruire qualcosa che potesse lontanamente sembrare una pista di atterraggio.