Cinque giorni all’alba

Erfoud - Tangeri
13/07/2000

Dalla finestra dell’hotel, di là dal mare, vedo l’Europa. Si doveva partire tutti insieme alle sei, stamattina. Ma anche in anticipo, volendo. Noi, poco dopo le 5, eravamo già in viaggio. Il caldo torrido di ieri aveva consigliato di sfruttare le ore più fresche. E così è stato, Vagabunda ci ha portato su saliscendi ondulati, oltre i 1900 metri di un passo montano, attraverso aride lande e lussureggianti palmeti. E’ bello il Marocco, la gente ha espressioni aperte e solari, i paesaggi hanno una brillantezza rara. Caracolliamo per 631 chilometri senza tentennamenti motoristici: a tremila giri si toccano i 90, la lancetta dell’acqua rimane nella zona della tranquillità, i panorami scorrono in sequenze ordinate. L’Atlantico, prima di vederlo schiumoso, si comincia a sentirlo nelle narici, un salmastro che dopo tanto deserto non t’aspetti più. Albergo sul mare, con la sorpresa dell’Europa che compare in lontananza, meta e miraggio da 75 giorni. La raggiungeremo domattina per l’ultimo balzo verso il Ponte della Torre di Londra, ore 14 del 18 luglio prossimo. Cinque giorni all’alba, come direbbero i congedanti. Si, vabbeh: ma del rally, delle classifiche, del terribile Broderick? In breve: Broderick ieri notte si stava azzuffando con Gilles, primo e secondo in classifica che le suonano davanti all’albergo, sarebbe stato un titolo da prima pagina. Pare che all’origine della zuffa ci sia l’uso degli ammortizzatori regolabili (ma potrebbe anche non essere questo il motivo). In ogni modo, era una questione relativa alla gara, vediamo se più tardi si riesce a sapere la verità da radio-corsa. Ormai i test sono finiti, si tratta solo di non rompere per i prossimi 2.500 chilometri. Che volete che siano, meno di un decimo di quelli già percorsi. Vero Vagabunda?