Nella grotta con Pratt

George Town - Phuket
06/03/2008

Si entra nella Grotta di Smeraldo a nuoto e vengono incontro plotoni di pesci a righe gialle. Ci si inoltra e si fa sempre più scuro, la volta si restringe. Buio assoluto. Rimane solo la torcia del capocomitiva come punto di riferimento. Dopo un’ottantina di metri l’oscurità si dirada e si entra - sempre dal mare - in un luogo da cartolina: mezzaluna di spiaggia bianca, pareti di roccia, flora tropicale. Ma guardando meglio ci si rende conto come il posto sia assolutamente inaccessibile da qualsiasi altro luogo: le pareti sono a strapiombo, alte un centinaio di metri. In pratica una specie di cratere verticale, alla cui base si accede soltanto dallo sbocco della grotta che s’apriva sul mare. Si chiama Tham Makot, ci siamo arrivati con una di quelle barche lunghe lunghe e col motore esterno e basculante. Un’avventura marina degna dell’immaginazione di Hugo Pratt. E uscendo ci siamo sentiti un po’ tutti come Corto Maltese che aveva trovato il tesoro nascosto dai cattivi pirati della Malesia. Trasferimento a Phuket, soliti problemi con Gwendolina che, col motore caldo, rifiuta di rimettersi in moto. Rita scende, dà una spintarella e via. Ieri sera ottimo buffet “au bord de la piscine”. Stasera cenetta a quattro sul mare con superbi gamberoni e deliziosa zuppa di cocco e frutti di mare. E la gara? Semplice: stavolta la gara non c’è.

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