Quand'è che giocava l'Italia?

Banff - Shelby
24/06/2000

E al cinquantacinquesimo giorno del Giro giungemmo a Shelby (Montana, USA). E’ piovuto tutto il giorno e per fortuna che noi abbiamo seguito l’autostrada. Nessun problema alla frontiera, un minuto e via. Chissà gli altri, destinati a una giornata sui monti, lungo la via dei ghiacciai. Davvero nessun rimpianto. L’albergo è un motel di terza categoria, la città è solo un incrocio. Lo era anche Tok, e ci era piaciuta. Ma lì eravamo in Alaska, duecento chilometri dal circolo polare artico, impensabile immaginarsi una sistemazione migliore. Qui siamo in uno sputo di cittadina, la ferrovia da un lato, un chiosco per la pizza dall’altro. Dubito succeda mai qualcosa, lo stesso arrivo della tappa del rally devono averlo taciuto perché dalla finestra non vediamo nessuno dei due-tremila abitanti di questo insediamento. Anche nelle cartine pubblicitarie su Shelby non si racconta nulla della città, della sua storia, di qualche posto interessante o cosa da vedere. Chissà per quale misterioso motivo è stata scelta una sosta del genere. Insomma, un pomeriggio triste all’inizio dell’estate. Pensavamo a un’avventura scintillante, un epico attraversamento dell’America. Ci ritroviamo il giorno di San Giovanni in un motel sperduto, nient’altro da fare che scrivere queste note o vedere il wrestling in tv. A proposito, quand’è che doveva giocare l’Italia?