Vagabunda irriverente al paese di Stalin

Batumi - Tblisi
13/05/2000

Vagabunda irriverente. Proprio all’altezza di Gori, il paesino georgiano che dette i natali a Stalin, si è messa a spernacchiare. Si è sfilato di nuovo il terminale della marmitta. E ancora una volta abbiamo avuto la fortuna di trovare a poche centinaia di metri un distributore, un meccanico gentile, un padrone ospitale che parlava inglese, fiero di mostrare l’accoglienza georgiana. Quella odierna è stata una tappa di trasferimento, resa poco monotona dall’attenzione maniacale che bisogna riservare a ogni ombra della strada: buche a non finire, le peggiori sono quelle che non t’aspetti, magari nel bel mezzo di un tratto che sembra scorrevole. Botte spaccatutto, hai la sensazione che ogni cosa si squassi. Oltre al guasto alla marmitta abbiano lamentato a Tblisi la perdita di un fanalino posteriore, recuperato prima che venisse travolto. La gente ci fa festa, soprattutto i ragazzi. C’è però per la strada un che di triste, le case e le facce della gente sono grigie, ognuno si industria in commerci minuti, vendendo ai margini della via benzina in bottiglie, pacchetti di sigarette, spiedini chissà di cosa; mentre le donne sono in genere nei campi o dietro il bestiame, smunto e malandato. Ieri sera serata georgiana, con il presidente della regione scortatissimo. Bimbetti dalle voci esagerate, danze, canzoni di Patti Pravo e Laura Pausini. Rita si è scatenata nelle riprese, sempre “impallata” dal fotografo portoghese. Stasera, cena con l’ambasciatore italiano. Insomma, agonismo messo da parte. E sotto con la mondanità!