Al tempo dei tram a cavalli

Mosca - San Pietroburgo
19/06/2007

La strada più importante di San Pietroburgo, il famoso Nevsky Prospect, agli inizi del ‘900 aveva la parte centrale del viale lastricata con blocchi di legno per attutire il rumore dei tram a cavalli. Oggi buona parte delle due ore, che abbiamo speso per traversare questa metropoli, le abbiamo trascorse in fila nel traffico. E questo contrattempo, dopo 730 chilometri di guida a 70 di media, Tir a non finire lungo la via punteggiata da venditori di tè con il loro samovar, non è stato proprio il massimo dell’accoglienza da parte di questa ammaliante città. Era la capitale voluta dagli zar, il centro dell’impero e della corte; qui nacquero Puskin e Dostojevski, ma anche il bolscevismo. Per questo Hitler voleva annientarla: 900 giorni di assedio, quasi un milione di morti, molti più di quanti ne subirono in tutta la seconda guerra mondiale Inghilterra e Stati Uniti. Insomma, in un posto storico, splendido e opulento come questo, noi chiusi nel traffico, verso il solito mega-hotel di periferia. Abbiamo incontrato, sul grande ponte che scavalca la Neva, due attori-figuranti-fidanzati con gli abiti di Giulietta e Romeo. Foto dalla nostra Giulietta, un sorriso reciproco strappato all’insopportabilità dell’ingorgo stradale. E poi l’abbraccio con gli amici ritrovati a sorpresa, Claude Picasso e Silvie. Elio e Ciri hanno finito i lavori sulla loro Fiat 1.100 cabrio alle 4,30 di stamattina. Alle 6 abbiamo ingollato assieme un caffè e siamo partiti per non restare invischiati nel traffico moscovita. Ma non siamo riusciti a evitare la pania di Sankt Petersburg. Dove - forse - si circolava meglio al tempo dei tram a cavalli…

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