Saluti da Copacabana

Enseada - Rio de Janeiro
29/11/2001

E’ finita. Con l’arrivo sotto l’arco al Forte di Copacabana e’ finita questa corsa attraverso il Sud America, piu’ di 25 mila chilometri tutti faticosi, compresi gli ultimi di oggi. Vagabunda era proprio stanca, camminava solo intorno ai tremila giri, con particolare insofferenza per le salite. Ci siamo fermati davanti a un’insegna di meccanico, ma lui stava dormendo. Dopo dieci minuti ce ne siamo andati verso una salita micidiale che ci ha costretto a inserire la prima. Fumava tutto, una puzza di frizione che ammorbava, stavamo per fermarci. Poi, la solita Santa Vagabunda ci e’ venuta in soccorso e per l’ennesima volta siamo riusciti a scollinare. Un altro meccanico ci ha staccato le puntine, Vagabunda si e’ ripresa. Sosta pranzo in un vecchio villaggio, con i tremendi cobbles in entrata e con un sterrato-mille-buche in uscita: tanto per ricordarci, come in un riassunto, quello che avevamo passato fino a oggi. Poi, di lontano, le spiagge e il profilo sud di Rio, Leblon, Ipanema, il Forte di Copacabana, nostra figlia che ci corre incontro, i nipoti che stappano lo champagne, le foto e gli abbracci. Domani sera, al Pan di Zucchero, cena di gala e premiazione. Mistero da qualche giorno sulle classifiche, ma per noi nessun dubbio: terzi nella classe dei piu’ forti, premio sicuro in quanto “miglior equipaggio italiano”. Facile? Beh, la prossima volta provateci voi. Con una Flavia. E con l’impegno di scrivere ogni sera ‘sta palla di diario…

HALLO FROM COPACABANA Now it is really finished. With the arrival under the Copacabana Fort Arch, we finished this race trough South America, more than 25 thousand km, all heavy, the last one too. Vagabunda was really tired, she did not like uphill. We found a garage but mechanic was sleeping so we went on. After 10 minutes we found a very steep uphill, we had to put first gear. Clutch started to smell. We had smoke in the car, we were stopping. But, like usual Santa Vagabunda brought us on the top. We were safe. Than we found a better garage and Vagabunda has been cured a bit. We had lunch in a small old village with cobbles getting in and terrible holes getting out, like a small revival of our entire trip. Than Leblon, Ipanema, Copacabana and finally the Fort where we find our daughter Silvana running to us and our nephews Chiara, Lorenzo and Simona with champagne and pictures. Tomorrow we will have prize giving at “Pan di Zucchero”. We are third in class and surely first Italian crew. Easy? Well next time you do it with a Flavia. And with the engagement to write (and translate) every night this diary…