Pedaggio per uscire dall'inferno

30/06/2016

Abbiamo passato più di tre ore nel pomeriggio a dannarci l'anima per districarci da un fondo stradale abominevole, tutto scombiccherato, buche profonde, brevi tratti rappezzati da schifo, appena prendevi velocità spuntavano nuovi baratri assassini. L'ultimo tratto era una massicciata in lavorazione, sconquassamenti a non finire con cartelli beffardi che indicavano il limite dei 70 all'ora. Ebbene, a un certo punto la strada sembrava finire direttamente in un fiume. Un'ultima svolta e c'era un ponte di vibrante metallo. Non ci credereste, ma c'erano in un gabbiotto alla fine del ponte due sciagurati casellanti che riscuotevano 300 rubli di pedaggio a testa, per uscire da quell'inferno. Facendo un po' di conti debbono aver riscosso in un solo pomeriggio 30.000 rubli. Ecco perché saltellavano come diavoli alla processione.

Poi, per finire la festa, tre giri in autodromo a Kazan con le nostre auto vecchie e sempre più malandate, le gomme da sterrato, le slitte di protezione in acciaio, la fanghiglia attaccata dal mattino nelle tre prove speciali. Una inutile fatica massacrante. Alla quale noi dobbiamo aggiungere il distacco dalla carrozzeria della calotta che tiene in alto l'ammortizzatore anteriore di sinistra. Inconveniente causato dalla battaglia combattuta in Mongolia. Domani il giorno di riposo sarà tutto in officina. Allegria!