Incubo laziale “au bord de la piscine”

Marrakesh
10/07/2000

Ho cambiato l’olio, ho fatto finalmente un bel pieno di super col piombo, ho aggiunto al circuito di raffreddamento un prodotto americano che mi consentirà domani di affrontare le temperature del deserto. Peter ha controllato la messa a punto, ha sistemato i due semiassi di scorta, ha approvato il lavoro di Rita (svitare la chiusura mortale del finestrino di perspex e aprirlo del tutto per consentire un giro d’aria all’interno di Vagabunda). Siamo pronti per l’ultima settimana, il grande balzo dall’Africa a Londra, sette tappe toste per giungere al Ponte della Torre. Sì, fa caldo in Marocco; ma dopo mezza mattinata in giro per distributori e negozi, la piscina dello Sheraton è consolatoria. Abbiamo risistemato i nostri container, le valigie e la mente: adesso si punta allo striscione d’arrivo, l’obiettivo è quello e non si dica che è cosa da poco. Ciriminna, per esempio, si è fatto spedire un altro motore da Palermo, l’ha sdoganato, l’ha fatto montare. Ma non va. Peter, chiamato d’urgenza, è accorso al capezzale della 1.100. Speriamo che riesca in nottata a mettere tutto a posto. Ma il discorso serve proprio per dire che, oramai, le difficoltà sono esponenziali, che tutto si somma a una montagna di problemi preesistenti, che qualsiasi cosa va incidere su tante altre che dopo 70 giorni di gara sono pronte a esplodere. Uomini e mezzi sono davvero al limite, il classico punto di rottura (sia per gli la vita degli acciai sia per la resistenza del fisico) si sta avvicinando per tutti e tutto. Ci volevano davvero questi giorni di quiete, le sdraio al sole, la serata con aperitivo sotto le tende e la cena “au bord de la piscine” (c’erano due colleghi-parenti che si occupavano di giudiziaria: il grande Fabrizio Menghini e il nipote Paolo, più interessato alla dolce vita che alle cronache. Di qui i soprannomi fulminanti affibbiati da Paolo Graldi per distinguerli: “Menghinus Orca” lo zio e “Menghin au bord de la piscine” il nipote). Ecco, vedete: riaffiorano i ricordi, si sta tornando alla vita di sempre, c’è qualche forma di nostalgia latente per il vecchio tran-tran. Troppo lungo ‘sto giro del mondo. Aridatece i pizzardoni, l’espresso in piazza di Pietra, l’amatriciana di casa mia. Temo soltanto una cosa di questo rientro, che mai potevo immaginare avrei trovato al ritorno: i laziali con lo scudetto!