Per le italiane, come a Caporetto

Dunhuang - Zhangye
02/06/2000

Giornata pesante e nefasta. Quattro minuti di ritardo al primo controllo orario, nette le successive due prove speciali ma Vagabunda in grande affanno per 250 chilometri. E all’arrivo sono cominciati i problemi. Dunque: per l’indicazione sbagliata di un poliziotto testardo (ne trovammo uno simile anche alle Mille Miglia, la madre dei cretini -come diceva quel tale- è sempre incinta) ritardiamo di quattro minuti il facilissimo controllo iniziale, cinque chilometri cittadini in dieci minuti. Poi tutto liscio, ma si acuisce il rumore di clang clang. Per Erik è il supporto della scatola del cambio, tranquilli domani si ripara. E invece il rumore aumenta al punto che ci fermiamo. Non passa nessuno (Ciriminna e Stelio sono in panne), riprendiamo piano. Quattro ore per 250 chilometri, consulto all’arrivo. Sono i supporti del motore che sciacqua facendo clang. Va tolto il radiatore per verificare gli attacchi anteriori. Una vite spezzata, le altre allentate, sul davanti. Al centro, viti fuoriuscite e piegate. Si fissa tutto alla meglio, il radiatore da rimontare è più complicato del fastidioso smontaggio. Alla fine di tutto, fa acqua! Si ricomincia daccapo, esausti. Cinesi a consulto, uno dice che può ripararlo subito (sono quasi le dieci di sera). L’equipaggio giapponese si offre di occuparsene (commoventi: gli regaliamo, poi, un portachiavi della Lancia). Domattina Peter lo fisserà. Speriamo che sia tutto a posto, ma ne dubito. Ciriminna ha saltato l’ultimo controllo: prima un cuscinetto, poi l’asse. Sta facendo nottata in officina. Ha perso una posizione. Noi, in attesa della protesta presentata contro i quattro minuti di penalità per un ritardo che non è dipeso da noi. Potrebbero anche toglierceli, chissà. Ma poco importa. Preoccupa di più la salute di Vagabunda. La nostra è buona, anche se a pranzo un panino in macchina e la cena, beh lasciamo stare…