Do svidanija tovarich!

02/07/2016

Le insidie del ventunesimo giorno erano tre: la strada dal milione di toppe, il ponte di barche e la banda dei bagnanti del fiume. La prima insidia é frutto della mente distorta di chi ha organizzato questo rally. Non c'é nessun bisogno di deviare puntualmente dalla strada principale per il solo scopo di far passare cento macchine malandate in stradine disastrate e rappezzate malamente. A meno che il percorso non comprenda, appunto, la strada dal milione di toppe che l'Unesco sta valutando se inserire o meno nei siti che fanno parte del Patrimonio dell'Umanità. Perché ogni toppa rappresenta un pezzo di storia: ci sono quelle del periodo zarista cui si sovrappongono le altre del trentennio staliniano. La serie delle ricoperture dedicate a Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio, sono affiancate a quelle delle perestrojka, mentre le toppe Putin curiosamente ricalcano quelle del quasi omonimo RasPutin. 

La seconda insidia era puramente mentale. Il ponte di barche, sul quale siamo transitati con timorosa circospezione, ansimava. Si vedeva la superficie metallica fluttuare e il movimento ondulatorio era un crescendo minaccioso. Abbiamo pensato che potevamo finire in acqua, sbranati da qualche storione e ci siamo avviati alla fine del ponte con sollievo. Non sapendo, invece, che al posto del famelico storione ci attendeva la terza insidia: la banda dei bagnanti del fiume. Dovevano aver pasteggiato a vodka, erano in costume da bagno, qualcuno in mutande. Hanno tentato di bloccare la Bentley davanti a noi ma il guidatore é scattato via. Io ho provato a ingraziarmi uno dei banditi con la testa a proiettile - che mi si era parato minaccioso davanti - facendo un gesto per deplorare la fuga della Bentley. Quello mi ha fatto capire che se non scendevamo subito poteva disintegrarci, noi e la Giulia, con una sola capocciata. Mentre stavo per arrendermi e invocare la Convenzione di Ginevra per i rallisti prigionieri politici, Rita ha avuto il colpo di genio ricorrendo alla "Cartolina del paradiso", un cartoncino con la vignetta di Erika che ci rappresenta e che, donato in più copie al meno sobrio della banda, ha scatenato l'inizio della solita baraonda. L'uomo proiettile si é disinnescato e agitando l'ogiva come un randello ha cercato di accaparrarsi la sua quota di paradiso cartaceo. Ho colto l'occasione al balzo e sono subito evaso. Gridando "Do svidanija tovarich!"