Macarena in salsa cinese

Aksu - Kuqa
27/05/2000

Ci siamo svegliati al ritmo della Macarena e dalla finestra dell’undicesimo piano dell’hotel abbiamo assistito alla tradizionale danza mattutina dei cinesi imbastardita dai ritmi occidentali. Questo della contaminazione deteriore, del peggio della moda portato qui in Asia lo vedi nel traffico, negli zatteroni ai piedi delle ragazze, Adidas e Coca Cola. Il tutto impolverato, costantemente impacchettato in un sottofondo assordante di clacson e disco-music. La tappa si è snodata lungo la parte superiore della Via della Seta, seguendo una bella strada nel deserto del Taklamakan, interrotta solo a tratti dalle deviazioni per i lavori di riparazione e costruzione. Sulla sinistra scorrevano creste argillose e, dietro, altre corone di monti con le vette imbiancate. Abbiamo avuto tutto il tempo per foto e riprese, all’ora di pranzo la tappa era già finita. La gara sonnecchia, solo il secondo assoluto, equipaggio olandese su Porsche 356, è giunto al traino ma in orario: continua ad avere grossi problemi all’assale posteriore. La nostra Flavia invece appare in eccellenti condizioni, non averla spremuta nelle ultime prove speciali potrebbe con l’andar dei giorni risultare una tattica vincente. Piazzatissima anche l’altra macchina italiana, la Fiat 1100 B del palermitano Franco Ciriminna, terza assoluta nella classifica delle anteguerra. Per coloro che si fermeranno a Pechino, inseguimento vincente dei giapponesi sulla Datsun che hanno scavalcato la Peugeot 404 e adesso (con 49 minuti di penalità complessive) puntano a mantenere la prima posizione fino al traguardo. Stanno tutto il giorno a trafficare con le teste nel motore, aggiungono strane miscele al carburante, sembrano davvero presi da un cartone animato. Tranquilli i coniugi Giles, primi assoluti (17 minuti di penalità complessive) sulla Hillman Hunter, replica fedele di quella che vinse la Londra-Sidney nel ’68: hanno picchiato con l’anteriore sinistro, nonostante la protezione a gabbia la carrozzeria s’è deformata. Ma il motore evidentemente no: hanno cinque minuti di vantaggio sulla Porsche, 19 su una Peugeot e 29 su di noi. Ultima la Rolls Silver Ghost del 1914: ha accumulato 100 ore e 14 minuti di penalità, ma continua tranquillamente a macinare chilometri insieme agli altri 70 concorrenti.