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07/06/2024
Equipaggi, macchine e staff di questa ottava edizione della Pechino-Parigi sono ad Aktau, il principale porto del Kazakistan sul Mar Caspio. Una settantina di automobili e 16 fuoristrada dell’organizzazione vengono imbarcati su una moderna nave da trasporto in direzione di Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Le persone sono invece attese su un Boeing 737 di una compagnia privata per una traversata veloce; quindi, almeno un giorno di completo relax dopo le immani fatiche affrontate dal 19 maggio lungo seimila chilometri di piste davvero impegnative.
La classifica ha subito qualche lieve scossone e adesso i nostri Belvisi-Lane sono risaliti fino al quarto posto assoluto mentre Marco Fila rimane nella top ten, secondo di classe. Federico Grom è riuscito per l’ennesima volta a sistemare la Fiat 124 Sport coupé e a rientrare nel gruppo, anche se ultimo in classifica. L’American La France 1914 dell’organizzatore ha avuto problemi con le temperature esterne che hanno raggiunto in 45 gradi: ha saltato l’ultimo controllo, ma è regolarmente in stiva con le altre, pronta ad affrontare gli ottomila chilometri che mancano per l’arrivo in Place Vendôme.
Un’edizione davvero tosta, che si deciderà nel rimanente tratto del rally e che sta privilegiando le Porsche (oltre la prima in graduatoria, altre cinque nella top ten). Ma c’è sempre in agguato la Leyland 76 di Matt Bryson che di Pe-Pa ne ha vinte già tre: è secondo in classifica a un minuto e mezzo e, con un motore V8 collaudatissimo e potente, farà di tutto per una vittoria numero 4.
(Photography by Blue Passion Photography & Will Broadhead)
01/06/2024

Di tutto rispetto la prova della numero 1, la American La France del 1914, trasmissione a catena, 9.500 cc. Accanto al navigatore Ben Cussons, presidente del mitico Royal Automobil Club britannico, c’è al volante Tomas de Vargas Machuca, organizzatore del rally: antica nobiltà napoletana, college inglese e studi alla Bocconi, è riuscito dopo cinque anni a far ripartire questo rally, il più antico della storia a livello intercontinentale. “Abbiamo consumato 47,5 litri di olio minerale e bruciato tra oltre duemila litri di carburante. Però, come gli altri concorrenti siamo riusciti a superare piste sassose, tanta sabbia, tremendi tratti di ondulé, valichi fino a 3.500 metri.
Abbiamo dormito in media cinque ore e mezzo a notte, turni di guida impegnativi (nella tappa più lunga, quella di 700 km nel Parco nazionale, siamo rimasti a bordo 18 ore). Abbiamo scelto di provare ad arrivare a Parigi con le nostre forze, tutti i problemi della macchina li abbiamo risolti da soli e possiamo dire con fierezza che fino adesso i meccanici ufficiali non hanno mai messo le mani sulla vettura. Per la lavanderia? Fatti i conti con la cadenza delle giornate di sosta, abbiamo stivato ricambi personali per avere sette giorni di autonomia…”.
Tomas riesce ogni giorno a trasmettere dal vivo i momenti clou: con telefonino e occhiali dotati di mini telecamera, racconta l’avventura con passione e competenza. Per seguirlo, basta andare sul sito endurorally.com e cliccare sull’icona della Peking-Paris. Ma se volete vedere e applaudire la carovana, i superstiti sbarcheranno ad Ancona il 19 giugno, primo traguardo a San Marino, il giorno dopo tappa anche a Genova.
Nella foto, Tomas al lavoro sulla American del 1914 e sullo sfondo rimorchiato da un camion un 4x4 dell’organizzazione.

30/05/2024
Sei Porsche nelle prime dieci, con due equipaggi italiani al nono e decimo posto in classifica. Stanno dominando Lars e Annette Rolner con la Porsche 911 S, un minuto e mezzo di vantaggio sui secondi. Ma subito dopo ci sono altri otto concorrenti raggruppati tutti entro un minuto di distacco. Quindi, classifica apertissima anche ai nostri Martin Belvisi e Marco Fila (entrambi su Porsche), noni e decimi. Nelle Anteguerra, una Chevrolet Master coupé se la gioca coi tempi dei migliori, nella classifica assoluta figurerebbe addirittura al terzo posto. L’altro equipaggio italiano in gara (Federico Grom-Filippo Basolo) ha dovuto affrontare non poche vicissitudini: la loro Fiat 124 sport coupé non ha resistito alle difficoltà della prima parte del percorso che si snodava, con tappe di circa 500 km al giorno, lungo le piste disastrate del deserto del Gobi. L’unica macchina italiana in gara figura adesso all’ultimo posto posto in classifica, ma è riuscita comunque a rientrare in carovana approfittando della sosta ad Almaty, ex capitale del Kazakistan, 6.250 km da Pechino.
 
20/05/2024
È partita l’ottava edizione del rally per auto storiche Pechino-Parigi: al via dalla Grande Muraglia si sono schierati 76 concorrenti da 26 paesi diversi, con auto almeno cinquantenni e attrezzate per compiere in 37 giorni una gara di 14 mila chilometri. È il rally intercontinentale e “vivente” più antico della storia, il sogno di ogni appassionato. La vittoria del principe Scipione Borghese nella prima edizione del 1907 rimane - con orgoglio italiano - una delle pietre miliari dell’automobilismo sportivo mondiale. Soltanto nel 1997 fu possibile dar vita alla seconda edizione, risolvendo problemi diplomatici e logistici che sembravano insuperabili. Questa stessa attuale edizione ha subito un doppio rinvio, dovuto prima alle restrizioni del Covid e poi alla situazione internazionale che ha precluso l’attraversamento della Unione Sovietica e, di conseguenza, anche della Mongolia.
L’itinerario prevede però due tappe italiane: la prima, dopo uno sbarco ad Ancona il 19 giugno, a San Marino; e la seconda a Genova. Come sempre, sarà un’avventura motoristica memorabile. Non ci sarà il nulla della Mongolia, certo; ma attraversare tutta la Cina da Pechino fino alla frontiera con il Kazakistan, superando le insidie del Gobi meridionale e poi quelle tremende del Taklimakan (“deserto senza ritorno”) e soprattutto fare un simile percorso con i tempi e le prove speciali di un rally, sarà davvero impegnativo. Dopo la traversata del Caspio i concorrenti ripartiranno da Baku verso Tbilisi, sperando che in Georgia le attuali proteste politiche fra un mese si siano risolte. Tutta la Turchia, la Grecia, l’Italia e il traguardo in Place Vendôme. Quattro soste lungo il percorso, oltre 400 km al giorno con medie difficili da mantenere anche nei trasferimenti e prove speciali situate in genere proprio dei tratti più difficili.
Per regolamento sono tassativamente vietate forme di assistenza programmata. Ciascun equipaggio dovrà essere in grado di risolvere gli ordinari problemi di giornata. stivare a bordo tutti i ricambi, due ruote di scorta, acqua e viveri di emergenza. I camion-officina dell’organizzazione e il formidabile gruppo dei meccanici ufficiali interverranno soltanto nelle situazioni di particolare difficoltà. Una dozzina di notti andrà passata nei campi predisposti e nella tenda personale. Tutte le altre sistemazioni saranno nei migliori alberghi delle città fine tappa.
 
02/05/2024
In tema di “auto storiche”, sempre più diffuse in Italia, il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, alla Guardia di Finanza, Antitrust, Corte dei Conti e ministero dei Trasporti, denunciando alcune anomalie del settore che potrebbero portare a danni sul fronte erariale e a pesanti conseguenze sul piano ambientale e della sicurezza stradale.
Secondo le ultime stime in Italia 553 mila vetture sono certificate come “storiche”, ma di queste solo il 20% avrebbe effettivamente i requisiti per ottenere il riconoscimento previsto dalle norme vigenti e, quindi, godere delle esenzioni totali o parziali sulle tasse automobilistiche (bollo auto, Ipt, polizze assicurative, ecc.). L’80% del parco auto certificato come “storico” risulterebbe oggi usato quotidianamente per normali funzioni come mezzo di trasporto, e tra questi vi sarebbero anche furgoni commerciali in pieno esercizio – denuncia il Codacons.
Nel nostro ordinamento la disciplina di riferimento è costituita dall’art. 60 del Codice della Strada secondo cui «Rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l'iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI». L’art. 215 del D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 (Regolamento di attuazione del Codice della Strada) classifica gli autoveicoli di interesse e/o collezionistico, quelli iscritti nei Registri dell’art. 60 del Codice della Strada con una anzianità di 20 anni – spiega l’associazione –. Tuttavia sembrerebbe emergere come tali Registri, così come elencati dal Codice della Strada, siano mere associazioni private le quali non eseguirebbero gratuitamente tale operazione ma, proprio al fine di rilasciare la certificazione finale richiesta, richiederebbero all’utente un’iscrizione all’associazione stessa. Oltre alla quota associativa, verrebbe chiesto ai proprietari delle auto un ulteriore pagamento all’ente certificatore per ottenere l’attestazione storica del proprio mezzo. Il compito di realizzare l’istruttoria per il rilascio della certificazione verrebbe assegnato a semplici amatori di federazioni private che non possederebbero formazione alcuna, né alcun titolo riconosciuto che ne acclari la competenza, e ciò crea una grande sperequazione di valutazioni sul territorio nazionale.
Il rischio – denuncia il Codacons nell’esposto – è che siano qualificate impropriamente come storici veicoli semplicemente vecchi, quotidianamente utilizzati dai proprietari per la circolazione stradale, godendo di agevolazioni fiscali con grave danno tanto all’ambiente, considerate le emissioni inquinanti delle auto più anziane, quanto alla sicurezza stradale.
Una presunta posizione di monopolio posta in essere dalle associazioni iscritte nei Registri che potrebbe inoltre generare un danno erariale da milioni di euro, considerate le esenzioni delle tasse automobilistiche di cui godono i proprietari delle auto storiche
18/02/2024
Dopo solo due delle dodici gare previste nel calendario della Bridgestone Fia Ecorally Cup la sfida per il titolo iridato sembrerebbe già avviarsi verso un testa a testa tra la squadra ceca e quella italiana Autotest Motorsport-Io vivo in Toscana. Guerrini e Prusak, a bordo della Kia E-Niro allestita da K-Motor Alto Adige, hanno centrato il terzo posto, e quindi il quinto podio consecutivo e il diciannovesimo risultato a punti senza interruzioni dalla gara di Montecarlo 2021. I cechi Zd’arsky e Nábelek su Hyundai Kona hanno vinto nettamente la gara disputata
nella Comunità Valenciana davanti alla coppia spagnola Pérez Aicart-Herrera Alejos. Solo decimi i vincitori delle edizioni 2022 e 2023 Conde-Sergnese, noni gli sloveni Špacapan-Kobal e addirittura ritirati i francesi Malga-Bonnel, a conferma di una difficilissima gara dove la selezione prova dopo prova è stata molto importante. Guerrini e Prusak avevano cominciato nel migliore dei modi vincendo la prima speciale disputata venerdì mattina su una strada fortemente viscida dopo un acquazzone improvviso e confermando la consolidata abilità di guida in condizioni estreme. "Complessivamente il nostro risultato è stato buono ed in linea con i dati degli anni passati, ma abbiamo pagato delle incertezze avute nella prova numero dieci", ha raccontato Guido Guerrini nella conferenza stampa di fine gara svoltasi presso l'Hotel Luz di Castellón de la Plana.
"Gli organizzatori si sono divertiti a renderci la vita difficile inserendo tre prove speciali senza alcun riferimento per poter ritarare i nostri strumenti. La numero dieci, dove abbiamo perso molto terreno, era lunga ben 32 chilometri", ha raccontato Artur Prusak sempre a fine gara.
Eccellente il dato dell'efficienza energetica della Kia E-Niro utilizzata nel rally spagnolo, che conferma l'equilibrio tra velocità e consumi che Guerrini e Prusak hanno saputo trovare a bordo di un'auto che guidano da più di un anno e mezzo.
Con Zd’arsky e Nábelek che ora guidano la classifica mondiale con due punti di vantaggio su Guerrini e Prusak, il circus della Bridgestone Fia Ecorally Cup si trasferisce a Nova Gorica dove tra due settimane si svolgerà la terza tappa del campionato delle energie pulite con la consueta partenza dalla linea di confine tra Slovenia ed Italia sulla piazza della stazione ferroviaria.
06/10/2023
Da Aqaba sul Mar Rosso a Dubai nel Golfo Persico. Tutta l’Arabia in 16 giorni di gara, dalla Giordania all’Oman, traversando verso oriente il regno saudita per finire negli Emirati. E quindi, meraviglie in abbondanza come le strutture scavate nella roccia della città di Petra, le depressioni del Mar Morto, Wadi Rum e l’accampamento cinque stelle nel deserto, Medina e Jedda. E poi il deserto sconfinato, vallate e massicci imponenti e l'Oasi di Liwa, con le dune di sabbia che crescono in ampiezza, cumuli dorati che diventano la caratteristica dominante in tutta questa parte del viaggio. E infine, riferimenti storici, culturali e religiosi di alcune delle civiltà più significative della storia.
Un rally per 47 equipaggi provenienti da 15 nazioni diverse, a bordo delle automobili che più solide e affidabili non si può. Un terzo sono anteguerra, la più antica (1914) è una American la France, un gigante di 9.000 cc. La piloterà Tomas de Vargas Machuca, chairman di Hero-Era, la società inglese numero 1 nell’organizzazione di gare storiche di lunga durata. La “Bestia” verrà schierata l’anno prossimo anche alla partenza dell’ottava edizione della Pechino-Parigi, il cui percorso prevede due tappe in Italia.
In questa avventura araba figurano anche alcune “piccole automobili”: Fiat 124 rally, Lancia Fulvia HF 1.600, Alfa Romeo TI. L’unico pilota italiano è Marco Fila, a bordo di una Porsche 1911. Lo ritroveremo al via dalla Grande Muraglia anche l’anno prossimo, come molti dei partecipanti a questo Badawi Trail in programma dal 10 al 26 settembre.
18/09/2023

Roma Eco Race

Podio Punto Gas

con le auto a Gpl

 

Nostro secondo gradino del podio nella classifica delle auto con alimentazione GPL. La prima edizione della Roma Eco Race ci regala un podio strameritato, battuti soltanto da Bruno Lombardelli e Iolanda Chiarolanza di Punto Gas, che sono riusciti a piazzare la loro BMW X4 addirittura al terzo posto assoluto. Le migliori prestazioni le ha fatte un veterano di questa disciplina, il francese Alexandre Striker, vincitore l’anno scorso dell’ecorally Montecarlo. Il top driver, dal momento che scrive pure qualche articolo, si è visto assegnare anche il trofeo Press.

Punto Gas ha comunque brillato nella classifica a squadre, piazzando i propri alfieri nelle prime cinque posizioni, a conferma che gli impianti a Gpl dell’azienda sono in grado di confrontarsi con tutti gli altri sistemi di alimentazione alternativa.

La gara ha consentito di sperimentare queste caratteristiche della sostenibilità motoristica e ambientale nella scalata della Frascati-Tuscolo, nel giro dei laghi di Albano e di Nemi, lungo i rettilinei dei Pratoni del Vivaro. Oltre un centinaio di controlli segreti durante cinque prove speciali, ciascuna con variazioni di media improvvise. Concentrazione, abilità e gestione degli strumenti elettronici hanno messo a dura prova tutti i concorrenti, battuti dall’unico straniero professionista venuto ad “allenarsi” a Roma. Troppo bravo per una manifestazione che l’ACI Sport riservava ad equipaggi esordienti nella regolarità a media. 

13/09/2023
Chiuse le iscrizioni, sabato si comincia. Scatta la prima edizione della Roma Eco Race (16-17 settembre), riservata ad autoveicoli alimentati con propulsioni e carburanti alternativi. La gara è valida per il trofeo Green challenge di Aci sport. I concorrenti si sfideranno in una gara di regolarità che prevede 106 controlli segreti nelle prove speciali lungo i tornanti della Frascati-Tuscolo, nei rettilinei dei Pratoni del Vivaro, nel periplo dei laghi di Albano e di Nemi. Lo scopo è promuovere vantaggi e tecnologie della mobilità compatibile, tema che sarà al centro della Settimana europea della mobilità sostenibile, alla quale aderiscono 2.200 città di 47 paesi.
La competizione si svolge su strade aperte al traffico e risultano iscritti nelle varie categorie mezzi elettrici, ibridi, mono-bifuel, Gpl e metano, idrogeno e biocarburanti. È prevista anche una classifica Press, riservata ai giornalisti. Controlli e messe a punto finali nella sede di Punto Gas di via Nomentana, una delle aziende promotrici dell’iniziativa.
02/09/2023
Apprendo soltanto oggi che il mio amico Claude è morto a Ginevra una settimana fa. Non ci sentivamo da tempo, ma è sempre rimasto vivo nei miei ricordi. Abbiamo disputato insieme il Giro del mondo in 80 giorni, un rally per auto storiche svoltosi nel 2000. Eravamo i “fondatori” dell’esclusivo club “Rally ‘n Roll”, aperto soltanto agli equipaggi che durante la gara potevano vantare di essersi capottati con le loro macchine (una semplice uscita di strada - roba da piloti della domenica - non bastava per essere ammessi). C’eravamo rivisti a un Giro di Sicilia e con il “fratello” Francesco Ciriminna introducemmo Claude ai segreti primari dell’isola: il barocco improvviso di certi vicoli, le granite di mandorle, la vera pasta alla Norma.
Un’altra zingarata automobilistica in Grecia (ricordi Theo?). Poi la sua apparizione discreta a Leningrado, verso la fine della Pechino-Parigi del 2007 (“Ciao amici miei, passavo da queste parti…”). Sempre misurato, quasi modesto, disposto a condividere tutto: sorrisi, preoccupazioni, allegria, guasti meccanici e storie di vita. Venne a salutarci come sempre all’arrivo dell’altra Pechino-Parigi che disputammo nel 2016 e che si concluse in place Vendôme. “Ho l’ufficio qui vicino, sapete…Dái, offro un aperitivo”.
Non parlò mai di suo padre, né mai gli chiedemmo di farlo. Eppure era lui ad amministrare il nome e l’eredità di un uomo-immagine del ventesimo secolo: Picasso.

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