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25/08/2020

Se n’è  andato Ezio Feliciani, più un artista che un meccanico, un fratello maggiore oltre che un amico sincero. La sua “Officina Lancia” era un museo, un atelier, un ritrovo di appassionati. E quella nostra Flavia il suo orgoglio. Vogliamo ricordarlo così, con le prime righe di una news che scrivemmo 5 anni fa. 

Ezio e la "sua" Flavia
Rileggendo un po’ di pagine del sito, in preparazione della prossima Pechino-Parigi, ci siamo resi conto di non aver mai ringraziato adeguatamente Ezio Feliciani, il meccanico-amico che ci ha sempre consentito di affrontare lunghissimi viaggi e di tornare indietro sulle nostre quattro ruote...

Ti vogliamo bene Ezio.

31/05/2020

I due signori abbracciati sono Sandro Munari e Miki Biasion, il top della leggenda italiana dei rally e della Lancia. Ma occhio allo sfondo: c’è la nostra Flavia coupé “Vagabunda”, proprio lei. Felice e contenta di trascorrere la vecchiaia al museo Bonfanti, esposta tra la Fulvia HF di Sandro Munari e la Delta di Miki Biasion. Dietro i due “draghi” si intravede il muso della nostra Flavia e, a sinistra, il totem che racconta le sue imprese: la prima riedizione della Pechino-Parigi (1997), l’unico rally che fece il Giro del mondo in 80 giorni (2000), il primo Inca Trail (Rio-Lima-Usuhaya-Rio). Preparata dal “mago” Ezio Feliciani, era pronta a ripartire; ma io e mia moglie decidemmo di farla riposare e - ancora “marciante” - la donammo al museo Bonfanti di Bassano del Grappa. Chissà quante storie si saranno raccontate tra loro l’HF, la Delta e la Flavia...

 
23/09/2019

Zingarata a San Marino con Remo, il nipote giapponese, per partecipare con la Lancia Ypsilon Gpl di uso quotidiano alla tredicesima edizione dell’Ecorally. È una gara di regolarità internazionale alla quale viene accoppiata, con lo stesso percorso e le stesse difficoltà, una competizione per i giornalisti, l’Ecorally Press. Nella classifica generale ci siamo piazzati al quarto posto, mentre nella Press abbiamo vinto. Rally molto impegnativo e tecnico, oltre cento chilometri tutti in prova speciale con 24 rilevamenti concatenati. I pressostati erano disseminati lungo i saliscendi di stradine interpoderali sotto il Titano, con alcuni “tubi carogna” (tratto tirato, avviso di controllo prima del tornante, pressostato poi molto lontano). Tra i giornalisti abbiamo battagliato con Cauli e Benevolo; nella generale, imprendibili per noi i primi due: Marzi, sammarinese, e Liverani, pluricampione italiano della disciplina

19/05/2019

En-plein di Audi e-tron nel secondo appuntamento stagionale del FIA Electric and New Energy Championship – E-Rally Regularity Cup, il campionato del mondo di rally riservato a veicoli ad alimentazione elettrica. Al termine di una gara durissima, la vittoria è andata all'equipaggio composto dal pilota franco-polacco Artur Prusak e dal co-pilota francese Thierry Benchetrit, che hanno prevalso sul duo toscano Guido Guerrini-Emanuele Calchetti dopo un testa a testa che ha visto i due equipaggi alternarsi al comando dopo ogni prova speciale. Completano il podio Fuzzy Kofler e Franco Gaioni, protagonisti di una straordinaria rimonta dall'ottavo posto in cui la coppia altoatesina aveva concluso la prima delle tre giornate di gara a causa di un errore.

Al quarto posto i tedeschi Jan Rosner-Patrick Weber su BMW i3s, davanti ai padroni di casa Petr Pavlát-Tomáš Brzek su Volkswagen e-golf, vincitori dell'edizione 2018 del rally ceco. Solo quindicesimo il francese Alexandre Stricher, che aveva vinto la gara inaugurale del mondiale due settimane fa in Grecia.
Durante la spettacolare cerimonia di premiazione sul palco di Český Krumlov ha preso la parola anche Guido Guerrini, che ha sottolineato il suo particolare feeling con questa gara, visto che alla quarta partecipazione al Czech New Energies Rally ha ottenuto il suo quarto podio, addirittura con due ruoli diversi, sia come pilota che come co-pilota. Terzo podio di fila anche per Kofler-Gaioni, che, con l'esclusione di un errore pagato caro in uno dei ben 161 rilevamenti della gara, hanno avuto la media di penalità migliore in assoluto, e hanno vinto ben sei delle 14 impegnative prove speciali che hanno caratterizzato la competizione.
La carovana del mondiale elettrico si sposta adesso in Svizzera: appuntamento dal 30 maggio al primo giugno con il Rallye du Chablais.

07/03/2019

Unopera monumentale del professor Carlo Dolcini che fa rivivere in modo appassionato le Mille Miglia del dopoguerra. Una autentica enciclopedia della corsa, con una documentazione che così completa non si era  mai vista. La recensione si trova cliccando nella sezione Libri. Un volume che qualsiasi appassionato non può non avere nella libreria di casa. A patto che sia solida e spaziosa, perché stiamo parlando di unenciclopedia di quasi mille pagine...

14/01/2018

“Due rallisti per caso alla Pechino-Parigi”, il nostro libro, è pronto: 160 pagine patinate, grande formato, 300 fotocolor, poche copie numerate e riservate ai nostri amici più appassionati.

 Immagini da tuffo al cuore, soprattutto quelle a doppia pagina, mezzo metro di fotocolor che danno davvero al lettore la sensazione di essere sul posto. E poi - modestamente - i testi non fanno rimpiangere Barzini…

A parte gli scherzi, é un gran bel libro. Tiratura limitata, al punto da poter numerare le copie a una a una. Abbiamo evitato nel racconto ogni suggestione tesa a gratificare un pochino gli sponsor. Ne ha guadagnato la precisione della cronistoria che riguarda due anziani scellerati (rallisti di serie C, ma fino a un certo punto “per caso”) che comunque un risultato sono riusciti a raggiungerlo, pur nella loro conclamata pochezza: medaglia d’oro, tredicesimi assoluti su 109 concorrenti, secondi di classe. E primi della agguerritissima pattuglia dei sette equipaggi italiani.

Unici, infine, ad avere avuto il tempo, la costanza, la capacità e la voglia di assumerci l’impegno di autori ed editori. Il volume é fuori commercio. A chi vuole a tutti i costi mettersi in libreria questa assoluta rarità (ma deve dimostrarci buona intenzione e competenza) chiederemo un contributo alle spese vive sostenute. 

 
22/05/2017

 

Ho letto in un baleno il libro di Carlo Dolcini, riservandomi il piacere di scrutare a una a una le schede di iscrizione, ripercorrere il tracciato originale attraverso il dettagliatissimo road book d'epoca, studiare e confrontare le tabelle dei tempi. Fa subito impressione il lavoro da entomologo appassionato, ce lo vedo Carlo rigirarsi i preziosi documenti tra le mani, pregustando il gusto dell'analisi. Solo lui poteva accorgersi che la prima Mille Miglia era dieci chilometri più corta della distanza ufficiale. E solo un appassionato di storia poteva collegare l'Alfa di Leandro Arpinati alla medesima vettura che lo stesso gerarca si trovò a guidare avendo a bordo Mussolini quando il quindicenne Anteo Zamboni attentò a Bologna alla vita del duce. C'è da dire - in tema di coincidenze - che il primo a bloccare l'attentatore fu un giovane tenente del 56mo reggimento di fanteria, tale Carlo Alberto Pasolini, genitore di Pier Paolo...

Ecco quanto è facile - seguendo il "metodo Dolcini" (fatto di cultura sterminata, reminiscenze storiche, spunti generati dalla passione per le gare e i motori) - ritrovarsi a parlare d'altro. Spuntano così i libri di don Ferrante, la baronessa D'Avanzo zia di Rossellini, l'ossimoro delle vetture "furibonde e sagge", Dante e il picco di Radicofani dove per salirvi e scendere "convien ch'om voli", la carrozza del Gattopardo, il fatalismo dell'Ecclesiaste 9:11 ("le cose avvengono secondo il tempo e il caso") citato a proposito delle sei gomme bucate di notte da Gildo Strazza, quarto assoluto su Lancia Lambda a soli 38 minuti dai vincitori. L'accuratezza maniacale di Dolcini porta come sempre a piccole smentite frutto delle sue scoperte: uno dei quattro "fondatori" della Mille Miglia, Giovanni Canestrini, fissò al 24 dicembre del 1926 la riunione in cui nacque l'idea della corsa. Dolcini ha scoperto che venti giorni prima sulla Gazzetta dello Sport era già apparso l'annuncio della manifestazione. E Fellini? Nella sua rievocazione le vetture sfrecciano di notte e il pubblico grida al vento i nomi dei campioni. Da una inquadratura del film (c'è su un telone un numero romano che identifica la VII edizione) si deduce che siamo nel 1933. La gente grida i nomi dei grandi piloti che schizzano via: Brilli Peri (ma è morto da tre anni), Campari (vinse del 1928 e nel 1929, ma all'edizione del '33 non partecipò), von Stuck (anch'egli assente). E nessuno che inneggi a Tazio Nuvolari, che di quella edizione fu l'assoluto trionfatore. Fellini e lo sceneggiatore Tonino Guerra presi in castagna? Ma no, commenta benevolo il nostro professore; hanno solo mescolato la fantasia con la realtà, collocando la Mille Miglia "in un eterno presente".

Non potete perderla questa ennesima fatica, perla appassionata di Carlo Dolcini: "La prima Mille Miglia", Nada editore.

09/04/2017

Anche se scendi sotto una media di errore di tre centesimi a passaggio, rischi di essere fuori dal podio in una gara di regolarità. Alla Coppa degli Etruschi, edizione numero 22, i primi quattro della classifica generale sono finiti racchiusi in sei centesimi di differenza. Ha vinto Di Pietra, superando Zanasi proprio all'ultimo pressostato in notturna. Bella manifestazione, curata come sempre da Mimmone Patara che deve fare i salti mortali per far rientrare in un badget striminzito un week end che i migliori regolaristi d'Italia segnano ormai come impegno fisso nel loro calendario. La parallela manifestazione turistica é stata appannaggio di Alessio Natali, che ha sbagliato meno degli altri. Noi? Nei primi dieci (eravamo in nove...) e primi di raggruppamento (eravamo soli, con la Fiat 1.100-103 del '53). Però, finché lo co-driver e gli strumenti non si sono spenti, abbiamo viaggiato alla media per noi stratosferica di sei centesimi di errore. Rivisti tanti amici, un tuffo al cuore riabbracciando Magda. Mimmo ha ridetto (per la quarta volta in quattro anni) che questa rischia di essere l'ultima edizione. Sarebbe un peccato, perché la manifestazione é messa a punto davvero bene: bel ritmo, full immersion anche di notte nelle stradine di campagna e nei borghi della Tuscia, cena senza fronzoli, ricco brunch e cotillon.

 
25/02/2017

Tutti a bocca aperta. Le 500 persone che hanno riempito la grande sala congressi del rinnovato Museo dell'Alfa Romeo di Arese, sono rimaste sbalordite dalla impressionante sequenza di immagini che illustrava l'impresa compiuta dalla Scuderia del Portello all'ultima edizione del rally Pechino-Parigi. La proiezione ha aperto la festa per l'annuale premiazione dei Campioni Alfa Romeo. Il presidente della Scuderia Marco Cajani ha riassunto tutti i successi del sodalizio. Roberto Maroni, governatore della Lombardia, si é complimentato per i 35 anni di attività su tutte le piste e gli sterrati del mondo. Arturo Merzario e Ivan Capelli non hanno nascosto le voglia - vedendo i filmati - di ritornare al volante di queste macchine che hanno fatto la storia. I rappresentanti del Coni e della FCA hanno confermato il loro appoggio alle attività del Portello. Noi abbiamo illustrato il rapporto tra vissuto agonistico, ricordo e racconto: "Eternamente Giulia" sarà il titolo del grande libro che verrà a breve dato alle stampe per far rivivere a tutti gli appassionati l'esaltazione della Pechino-Parigi che ha visto la nostra Giulia (come ha ricordato Savina Confaloni nel presentare gioiosamente questa manifestazione) conquistare la medaglia d'oro, il tredicesimo posto assoluto tra 109 partecipanti e il secondo di categoria e, infine, classificarsi prima fra i sette equipaggi italiani partecipanti. Applausi, trofei per tutti, pranzo raffinato e visita a un museo davvero unico al mondo.

02/12/2016

E stato il campione del mondo Guido Guerrini (Fia, Energie alternative) il primo a mandarci dal Motor show una foto della Giulia con cui abbiamo portato a termine l'ultima Pechino-Parigi. Sapevamo già dalla Scuderia del Portello che l'avrebbero esposta all'ammirazione del milione di visitatori. Ma vederla tutta luccicante farci l'occhietto e sentirla sussurrare "Beh, non venite a trovarmi?", é stato un tutt'uno. Faremo un pensierino per un blitz a Bologna; ma sappiamo già che poi ci verrebbe voglia di salirci, metterla in moto, sentire il rombo Alfa e portarcela via a fare un bel giro...Abbiamo sempre dato alle nostre automobili un soprannome. Per questa vettura non riuscivamo a trovare l'ispirazione giusta, il nick name é qualcosa che un giorno ti colpisce, capisci subito che era il suo da sempre: non l'hai inventato tu, ma solamente ti accorgi di averlo ritrovato. Verso la fine del rally, improvvisamente e per vie traverse, abbiamo avuto l'ispirazione o, meglio, fatto la scoperta: la nostra Giulia, proprio questa che vedete nella foto e che ci aveva portato da Pechino a Parigi in 36 giorni di gara estrema e massacrante, che era stata capace di farci arrivare tredicesimi assoluti su 109 equipaggi, secondi di classe, medaglia d'oro per non aver mai sgarrato controlli orari e prove speciali lungo i 14.000 chilometri del rally, questa amatissima Giulia un nome ce l'aveva già e circolava - con un misto di ingiustificata superiorità e un pizzico di invidia - fra alcuni dei sei equipaggi italiani finiti in classifica alle sue spalle: la Fracicona!

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