Kapò, Gandhi e Tremalnaik

Dungarpur - Ahmedabad
03/02/2013

Il Palazzo a una sola colonna, già residenza dei reali di Dungarpur, nasconde anche quello che tutti noi, appassionati di auto d'epoca, vorremmo possedere: un enorme garage per una trentina di pezzi storici, con la parte finale che é un bar, un salotto, una biblioteca. All'opposto, il salone interno é letteralmente tappezzato da centinaia di teste di animali, uccisi in gran parte in Africa dal nonno dell'attuale maharajah. Tigri, bufali, leopardi, gazzelle, gnu...un cimitero tristissimo e penoso che ha sicuramente acuito il nostro malumore originato dalla "malattia" della Giulia. Non si trattava della dinamo, bensì del regolatore di tensione. I meccanici hanno provato ad aggiustarlo, poi a sostituirlo. Tutto inutile. Alla fine ci hanno montato la loro batteria e si sono presi la nostra. Ce la siamo filata tranquilli fino ad Ahmedabad, capitale dello stato del Gujarat, quattro milioni e mezzo di abitanti che, a un certo punto, abbiamo avuto la sensazione si fossero dati tutti appuntamento - a piedi, in bici, coi truk truk, sui camion - intorno alla nostra povera Alfa. Siamo riusciti chissà come a districarci da mille agguati a motore e a riparare nelle quiete del Meridien. Poi, d'obbligo la visita al museo dei tessuti, inquadrati da una severissima Kapò e scortati da un ceffo che sembra Tremalnaik. Ecco la bella moschea e quel bosco di pilastri di pietra che nella grande sala della preghiera sostiene le cupole. E per finire il quartier generale da dove, il 12 marzo 1930, Gandhi si mosse per la sua "Marcia del sale". Fu seguito quel giorno da 78 compagni. Sarebbero diventati milioni, avrebbero conquistato l'indipendenza senza mai ricorrere ad atti violenti. Cosa che invece io sono pronto a fare (i meccanici sono avvertiti) se non mi aggiustano la macchina...