Alleggerirsi a Lhasa

Nagqu - Lhasa
15/09/1997

Sono tre giorni che non ci spogliamo. Io ancora semiconvalescente, tutti i lavori toccano a Fabio. La lunga discesa verso Lhasa apre panorami d’incanto, il verde dei campi è più intenso, le montagne sembrano azzurre. All’arrivo smontiamo il serbatoio da 120 litri: c’è una perdita e lo buttiamo. Via anche il portapacchi che teneva fissate sul tetto le due ruote di scorta (finite al posto del serbatoio). In classifica siamo 41°, ma ci siamo e stiamo abbastanza bene di morale. Anche la macchina comincia a dare fiducia. Certo, il guaio giornaliero non manca mai, ma crediamo proprio che i chilometri peggiori li abbiamo superati. Pechino e’ ormai lontana quattromila chilometri. E stasera si dorme all’Holiday Inn, doccia e sanitari di lusso, basta con le latrine scavate per terra. Scriviamo “Vagabunda” sul posteriore della Flavia, che adesso ha riacquistato la sua silhouette slanciata. Purtroppo, c’e’ puzza di benzina anche nella stanza. Ma e’ stata colpa mia, vi avevo depositato gli stracci intrisi di grasso e carburante, nella illusione di poterli lavare.