Vagabundare a Katmandou

Katmandou
22/09/1997

Katmandou e’ caotica, inquinata, stracolma di gente, di rikscio’, bus e bici. Ma viva e animata, pulsante e colorata. Una Napoli asiatica, con i “bassi”, i negozietti e i bazar, i venditori ambulanti di nulla, la torma degli assalitori che agli europei vogliono appioppare subito qualche coltellaccio. Fabio tratta e acquista 32 braccialetti, un gioco del back-gammon a 200 rupie (prima richiesta 1.500: forse si poteva comprare a 14). Come evitare la chance di fare i turisti sul serio? Pulmino e guida che parla un italiano quasi ricercato. Tempio delle scimmie sulla collina che domina la grande vallata, il vecchio palazzo reale, visita alla “prigione” dove si affaccia per un momento la reincarnazione della dea Visnu’, la “Kumari”, che al primo sgorgare di sangue verra’ sostituita. Lavaggio finale di Vagabunda che si toglie di dosso la polvere di tutta la Cina. Al briefing, avvertimenti per guadi, deserti e traffico (“Qua i camionisti non fanno prigionieri”). Pizza trionfale da Fire and Ice, si unisce a noi anche Moer, un norvegese-partenopeo.