Ce sò du’ cervi, se t’affacci li vedi

Whitehorse - Terrace
17/06/2000

Qui dove il sole tramonta sono riapparsi bambini e scuolabus. La vita deve essere più facile, la durezza del Canada settentrionale si attenua, spuntano case destinate a restare per sempre dove furono costruite, giardini e fioriere. Stiamo scendendo verso latitudini più vivibili, dove l’inverno non rappresenta la fine di tutto. Oggi più di 800 chilometri verso il sud, con l’inserimento della quotidiana prova su strade sterrate che noi abbiamo saltato. La lista di partenza ci assegnava il terz’ultimo posto ( e dire che stamani eravamo ancora sesti assoluti). Ma l’ultimo della lista (Rolls portoghese argento a nera) ieri sera non era nemmeno arrivato; e il penultimo (Buick giardiniera) non è partito. Vedersi assegnare l’ultimo posto nella ripartenza ed essere così costretti a disputare la speciale nella polvere impenetrabile che spetta all’ultimo della carovana, ci ha consolidati nella convinzione di lasciar perdere. Quindi, comodo avvio, stop per qualche ripresa, fotografato finalmente il cartello stradale giallo e nero che mette in guardia dai cervi. Inevitabile battuta alla Verdone (“Ce sò du’ cervi, se t’affacci li vedi!”) quando il cartello ricompare. Tutto molto soft, noi rilassati, il direttore di gara che tenta una spiegazione della media superiore ai 90 all’ora sostenendo che bisogna considerare anche i 59 secondi di tolleranza…Bene: siamo fuori dalla competizione, ci attende un mese di vacanza. Adesso puntiamo a Londra, al 18 luglio, all’arrivo. Faremo di tutto per esserci. Vagabunda continua ad avere crackeggi e cigolii, ma cammina come un treno. Cambiate ieri sera le candele, oggi sembrava quasi esuberante. Per domani, abbiamo studiato un percorso che ci farà guadagnare mezza giornata. Se troviamo un meccanico come si deve. gli lasciamo la macchina in officina e ce ne andiamo a spasso. Ce sò du’ cervi! Se t’affacci, li vedi.