Ecco la Citta' proibita

Pechino
01/09/1997

Volo tranquillo, dieci dollari di taxi per attraversare una Pechino con gru dappertutto. E biciclette, ingorghi di biciclette. Hotel, pennichella ristoratrice e subito visita alla vicina Città proibita. Prendiamo in affitto un registratore portatile che dovrebbe spiegarci passo dopo passo cosa stiamo vedendo. Dopo un po’ non va più, protestiamo blandamente all’uscita e…ci restituiscono i soldi! Pranzo-truffa, ci fanno pagare anche il fatto che abbiamo mangiato in una sala riservata (ma se non c’era nessuno?). Roba buona, però. Primo briefing cinese, non si capisce praticamente nulla. Per fortuna c’è sempre qualcuno che parla italiano: i maltesi, i portoghesi, i calabro-australiani. Ciriminna, l’amico palermitano, voleva sapere se avevamo preso noi le chiavi del container. Si è calmato quando gli abbiamo spiegato che non dovevano gareggiare con quello… Cena con Pioggia e Orichuia, due dirigenti di Rai International, gentilissimi e cordiali anfitrioni (ottima la zuppa). Passeggiatina digestiva. Telefonata. Nanna.