Tabriz, bozzi e bazar

Hamadan - Tabriz
06/10/1997

Arriviamo in citta’ con un’auto di pasdaran a farci da apripista. A bordo, tre energumeni che ne combinano di tutti i colori: urlano, picchiano sugli sportelli delle altre vetture che tardano a spostarsi, minacciano di speronare chiunque non si scansi in tempo. L’ospitalita’ l’intendono cosi’. Ma anche fiori, frutta e bibite fresche lungo la strada. Gli equipaggi Usa erano un po’ preoccupati, invece sono stati proprio loro i piu’ festeggiati. Lungo la strada, soltanto qualche pietra tirata da bambini piu’ discoli degli altri, ne ha fatto le spese Minassian. Ma che volete che sia un bozzettino sulla carrozzeria? Ma si’, andiamo un po’ in centro. L’hotel ci assegna a una specie di autista- gorilla che, al primo incrocio, si piglia di punta con un altro automobilista. Ne scaturisce una rincorsa folle, il nostro a un certo punto imbocca stradine strettissime della Medina, zig zag paurosi in mezzo a traffico e folla. Ci facciamo lasciare all’ingresso del famoso bazar di Tabriz, semichiuso, dandogli appuntamento all’uscita (ma ci guardiamo bene dal tornare con lui).