Ultima sveglia alle 9.00: è finita la pacchia! Colazione, chiusura bagagli, ultime formalità burocratiche (800 dollari per ottenere il permesso di usare in Cina il satellitare: che Dio li maledica). Si esce a fare rifornimento di viveri e bevande, poi si carica la macchina. Alle 15.30 visita dell’ambasciatore, che ci consegna una bandierina italiana (fu così anche con il principe Borghese e Barzini, nel 1907, a bordo dell’Itala…). Riprese e interviste di Rai International che ci riempie di bandane, distintivi e adesivi. La cerimonia riguarda anche gli altri equipaggi italiani: il mitico Selci viene fatto rivestire per nascondere la camicia raffigurante una sbiadita Venere del Botticelli. Saluti, baci e abbracci. Ricerca tra i materiali abbandonati da equipaggi con poco spazio disponibile. Esito: 1 cassetta attrezzi, 1 ventilatore da auto, 1 lampada da campo, 2 poggiaschiena, 1 secchio di plastica, 5 metri di filo elettrico. Rientro in albergo, cena con zuppone cinese (dubbi ingredienti), lettere da Pechino, diario, sveglia prevista ore 4.02.
